1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
 
  
Le cause: l'imperialismo e il nazionalismo

Le cause: l'imperialismo e il nazionalismo

Per ogni grande evento storico possiamo individuare delle cause. Raramente queste sono singole ed improvvise: piuttosto, si tratta di un insieme di ragioni che, intervenendo l'una nell'altra e sommandosi a fatti precedenti, fanno succedere l'evento. Si tratta, insomma, della "goccia che fa traboccare il vaso".
Complessivamente, tuttavia, possiamo dire che per i grandi eventi storici esistono due tipi di cause: quelle ideologiche e quelle economiche.

Un esempio di casua ideologica è appunto il nazionalismo.
La prima guerra mondiale si scatenò prima di tutto per il diffuso NAZIONALISMO che caratterizzava le grandi potenze europee dell'epoca. In Europa esistevano infatti quattro grandi Imperi multietnici, ovvero che riunivano in un superstato, ossia un Impero, popoli di diversa etnia. Questi erano l' Impero austro-ungarico, l' Impero germanico, l'Impero turco e l'Impero russo. La coesistenza delle diverse etnie non era semplice: per tutto l'Ottocento nell'Impero austro-ungarico, nell'Impero russo ed anche in quello turco c'erano state rivolte e sommosse. Ricordiamo, per esempio, le nostre guerre d'indipendenza italiane, scatenate contro l'Austria che, direttamente o indirettamente, ci dominava. La Polonia, poi, dal Settecento era scomparsa dalle carte geografiche, divisa tra Russia e Austria. Nel 1871, infine, era nato l'Impero Germanico, un insieme di principati di cui il più forte era il Regno di Prussia.
Questo stato di cose era nato col Congresso di Vienna: infatti alla caduta di Napoleone vennero costituite delle realtà statali che non tenevano in nessun conto la volontà dei popoli, la loro identità nazionale. E’ questo nazionalismo, che poi diverrà esasperato, la base di tutti quei conflitti, anche minori, che dal 1865-66-67 fino al 1918 insanguineranno tutta l’Europa: Bulgari contro Serbi, Serbi contro Croati, Rumeni contro Turchi, Turchi contro Greci. Insomma: tutti contro tutti
In Italia, il nazionalismo non fu mai sentito dal “popolo”, cioè dalla massa di contadini, di operai, di piccoli artigiani; esso fu patrimonio di una bassa nobiltà e di una borghesia avanzata. Persino lo Stato della Chiesa ero uno stato nazionalista. Questo spiega perché l'Italia entrò nella Prima guerra mondiale solo nel 1915, dopo che il partito dei "neutralisti", ovvero di coloro che non volevano entare in guerra, venne sconfitto. Come è facile capire, la massa di lavoratori di cui abbiamo parlato prima non voleva la guerra: la guerra danneggia i lavoratori, uccide il commercio, massacra i combattenti e scioglie le famiglie ed arricchisce chi dalla guerra ricava guadagno, come i grandi industriali, le banche, la politica nazionalista.

Questo nazionalismo novecentesco voleva la guerra, per imporsi sugli altri. I grandi Imperi si espandono a spese dei popoli dei Continenti che erano ricchi di materie prime, di terra e di spazio: l'epoca del nazionalismo è anche l'epoca dell'Imperialismo.
Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, il continente africano viene dominato dagli Inglesi, dai Francesi, e poi dai Belgi, dai tedeschi, dagli Italiani. L'impero britannico si era esteso in Asia e la regina Vittoria, morta nel 1901, è stata la sovrana col più vasto impero mai visto nella storia.
In Europa, continente piccolo, molto evoluto a causa delle due rivoluzioni industriali, le varie potenze si contendono i territori volendo imporsi sulle altre: attraverso lÂ’uso sistematico della guerra, ogni gruppo umano si organizza e si muove armato nella lotta per la sopravvivenza.

Quindi, anche se la miccia dello scoppio della Prima guerra mondiale fu l'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo (28 giugno 1914), le cause della Grande Guerra erano ideologiche, ovvero animate dal nazionalismo e dall'imperialismo.
Nessuno dei paesi belligeranti accetta di passare per l’oppressore. Neppure la Germania, epicentro del “militarismo” prussiano, si autorappresenta in chiave espansionistica.
EÂ’ invece la retorica dellÂ’autodifesa che prende campo ed offusca il pensiero collettivo.
Tutti, Tedeschi compresi, sostengono di agire solo per uno stato di necessità, per difendersi dall’accerchiamento delle altre potenze. L’Austria vuole punire i nazionalisti serbi, la Russia si schiera come protettrice dei fratelli slavi. La Francia si lega alla Russia nel contenimento dell’Austria. La Gran Bretagna vuole limitare l’espansione di ogni Paese che potesse poi minacciarla nel suo impero coloniale. La Germania, infine, afferma di voler rompere l’assedio nel quale è stata stretta da coloro che le impediscono di crescere come grande potenza.
EÂ’ questo il sipario di propaganda e di menzogne che lÂ’imperialismo fa scendere su tutta lÂ’Europa.